“E poi nacque il sequencer e la musica cambiò”. Potremmo trovare questa frase in un ipotetico futuristico libro in cui si parla dell’evoluzione del linguaggio musicale umano. Come in tutte le cose, c’è stata nel tempo una gigantesca trasformazione di quello che è il concetto di “sequencer”. Read More
Inteso come strumento musicale, genericamente per “expander” si intende un modulo di espansione timbrico che, pilotato via MIDI o via USB, consente di generare suoni. Esistono expander che rispettano lo standard General MIDI (GM) o altri standard analoghi (GS, XG, ecc.) Ci sono poi expander dedicati solo a particolari tipi di sonorità (pianoforti, batterie, suoni orchestrali, sintetizzatori, etc.).
Cantare è bello e divertente ma in molti casi lo è ancora di più se altre voci si fondono e si mescolano con la nostra quando cantiamo la melodia principale di una canzone. In altre parole, avere a disposizione dei coristi che sostengono e abbelliscono la nostra performance rende il tutto molto più divertente e avvincente. Ma avere a disposizione 3 o più coristi è un lusso, ecco perché sono nate macchine che creano automaticamente parti corali: gli Harmonizer.
Per suonare i midi files occorre uno strumento dedicato o un software per computer: come scegliere la migliore soluzione per le proprie esigenze? Negli anni 90, periodo in cui il midi iniziò ad essere utilizzato dai più grandi produttori di strumenti musicali elettronici, la scelta non era così vasta e i lettori erano relegati in una posizione talvolta anche secondaria all’interno dei sistemi operativi di tastiere. Oppure c’erano i sequencer di cui parleremo più approfonditamente in un’altra occasione, i quali però erano macchine “mute”, cioè senza suoni al loro interno, per cui era necessario collegarli a uno o più expander. La base mp3 non era così diffusa, a favore invece di sistemi digitali un po’ più complicati da gestire, quali il Minidisc e il Dat.
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